Seguire il Signore sui passi di San Giuda Taddeo è l’invito che padre Rafal ha proposto nel triduo in preparazione alla solennità del santo attraverso una riflessione sugli inizi della vocazione, sullo sviluppo e il processo di crescita, sulla formazione, sulla crisi e sulla passione che, il santo delle cause impossibili, ha vissuto facendoci così scoprire assieme a lui la strada che ogni persona battezzata, in quanto cristiana, cioè di Cristo, è chiamata a compiere.
È curioso che il Vangelo non ci racconti del primo incontro di Giuda con Gesù, chissà com’è avvenuto !, ma ce lo possiamo immaginare grazie al brano che questa solennità ci propone.
Gesù sceglie tra i discepoli alcuni e li chiama apostoli, un nome particolare che li trasforma, che li fa non soltanto seguaci vicini di Gesù ma anche portatori di una missione particolare.
Tutto ciò accade durante la vita pubblica di Gesù, ma questo non è il primo momento della loro chiamata; già da un po’ di tempo lo stavano seguendo da vicino, ciascuno di loro era stato chiamato personalemnte a condividere la Sua vita, ad ascoltare la Sua parola, a fare esperienza di Lui, a stare con Lui, a imparare da Lui, ma soprattutto impararLo come persona, come maestro, come Figlio di Dio.
Questo incontro ha segnato in loro l’inizio di nuova tappa della loro vita che è cambiata radicalmente in quanto hanno lasciato che Egli entrasse nei loro cuori e fosse Egli stesso presente in loro: “dietro di me”. Ecco il discepolato, l’apostolato, inizia proprio qui da un’esperienza forte di Gesù!
Egli poi assegna loro un nome nuovo che significa una missione nuova: “apostoli” vuol dire inviati, caricati di una certa missione, quella di portare Gesù alle genti nella sua parola, nella sua attenzione agli infermi, ai bisognosi..
Non li chiama ad essere dei bravi predicatori bensì a condividere la loro esperienza personale, innanzitutto la fede, questo dono prezioso ricevuto, come il pane quotidiano spezzato per gli altri, con chi è affamato, con chi ne ha bisogno; condividere inoltre anche un’attenzione particolare ai bisogni materiali e quotidiani di cui necessita ogni persona incontrata.
Dopo aver scelto questi apostoli, il Vangelo ci racconta che il Signore scende dalla montagna si avvicina alla gente e predica, serve, guarisce, cioè si fa attento ad ogni loro bisogno e questa sua attenzione diviene la missione stessa degli apostoli.
È curioso questo modo di agire di Gesù nei confronti dei suoi discepoli. Già nell’Antico Testamento c’erano profeti che avevano i loro seguaci, cioè qualcuno che si avvicinava a loro perché voleva ascoltare il loro messaggio, perché desiderava seguire il maestro. Ma ciò che è interessante, nel caso dei discepoli e di Gesù, è che è lo stesso maestro, Gesù in persona, a dire: “Vieni e seguimi!” a ciascuno di loro. Se San Giuda appare dopo, ovvero durante la tappa di vita pubblica di Gesù, è frutto di quella chiamata taciuta nel Vangelo ma assolutamente necessaria, è il mistero dell’incontro che non può mancare, ed è un incontro con la persona viva di Gesù e non con un’idea, una dottrina, una scuola filosofica o teologica, non con un’immagine, un quadro, una statua, no! è con Gesù vivo, Gesù di Nazareth, che chiama questo Giuda a lasciarsi plasmare dal maestro, a lasciarsi correggere e guarire.
Dunque l’inizio di questa storia è un incontro che cambia, che fa cambiare i propri progetti, che fa lasciare la vita ordinaria e organizzata per divenire apostolo, ma diviene poi relazione che, costruita giorno dopo giorno, viene purificata, approfondita, rafforzata affinché la persona si lasci guidare come un bambino.
Guardare San Giuda Taddeo nel processo della sua chiamata, del suo discepolato, ci porta a scoprire proprio tutto questo, sia nell’aspetto umano che quello di Grazia che agisce in lui, in noi.
Gesù davvero ha conquistato il cuore di questo Giuda e degli altri apostoli? Gesù ha davvero trasformato la vita di questo apostolo? Durante il cammino di sequela c’è stata anche un’esperienza di rottura, segno di vergogna e che magari suscita scandalo, è l’esperienza in cui anche lui, come gli altri apostoli, scappa, in quanto non è capace di seguirLo. È il momento della prova, della via crucis del Signore. Ecco il momento della crisi di quell’esperienza dove sembra crollare tutta la vita, la speranza, tutti i progetti, tutta la fiducia.
La croce ha segnato la fine di questa prima tappa durata circa tre anni , della bella esperienza di seguire Gesù ma è stata anche il la di una seconda chiamata, cioè quella di vivere e capire che questa missione affidatagli non poteva essere compiuta con le sole proprie forze, fedeltà, perfezione, no! Gesù ha scelto lui, e con lui tutti gli altri uomini determinati ma fragili, per compiere grandi cose, perché attraversando l’esperienza della notte, toccando la propria fragilità, riesce a lasciarsi trovare da Gesù risorto, da Gesù misericordioso e lasciarsi chiamare un’altra volta.
In questa storia ci possiamo ritrovare anche noi oggi perché San Giuda Taddeo, come gli altri discepoli, fu parte di questa comunità primitiva della Chiesa e ci insegna che anche noi dobbiamo attraversare questa esperienza pasquale, immergerci nella croce del Signore, entrare nella tomba per poter poi incontrare il Signore vivo e rinascere, per poter assumere davvero questa missione che Egli ci affida e compierla fedelmente non basandoci sulle nostre forze ma sulla Grazia che vuole operare in noi.
Uomo di fede, uomo fragile è il nostro San Giuda Taddeo che si lascia trasformare dal Signore, che si lascia condurre per mezzo dell’esperienza della Pasqua, della croce, della tomba, fino alla vita nuova. Anche noi, come lui, siamo invitati a seguire i suoi passi, a tuffarci nel mistero di Cristo e lasciare che il suo Volto si imprima nel nostro cuore, nella nostra vita, e così, in forza del Battesimo che ci è stato donato, da veri cristiani possiamo portarLo ad altri fino ai confini del mondo, beh! in primis ai vicini, con le parole semplici di ogni giorno, con un sorriso e uno sguardo, con un gesto, con la vita, e giungere così a spezzare davvero il Vangelo con gli altri e ad avvicinarli a Lui. Affidiamoci a questo grande Santo e impariamo a seguire il Signore, a vivere ciò che ci è stato affidato per mezzo del battesimo nel suo nome.
Chiediamo al Signore per intercessione di S. Giuda tante benedizioni per tutti i devoti che hanno partecipato alla festa, per le loro famiglie e i loro cari; e per quelli che non hanno avuto la possibilitá di esserci ma che hanno partecipato con la preghiera e la devozione dalle proprie case.
Che il Signore benedica tutti e custodisca tutte le famiglie nella pace. Amen
Mi sono sposata un 28 ottobre di 30 anni fa. Ho avuto tre figli splendidi. Ho divorziato cinque anni fa perché mio marito (francese) se n’è andato con un’altra. Grande dolore per me e i figli.
Chiedo l’intercessione dei grandi santi San Simone e San Giuda Taddeo per la mia famiglia. Loro saranno pregare per me in questa situazione difficile! Grazie!
Siamo la famiglia composta da Roberto, Annalisa, Alessandro e Giovanni di Spilimbergo Pn. San Giuda Taddeo trasforma ogni nostra pena in una gioia. Proteggici a casa, a scuola ed a lavoro. Ti preghiamo ogni giorno assieme alla Madonna Santa , a Gesu’, a San Giuseppe, San Antonio e tutti i santi. cosi’ sia.
San Giuda Taddeo, aiutami in questo difficile momento. Se puoi trasforma ogni mia pena in una gioia.
San Giuda Taddeo prega per me affinché ogni mia pena si trasformi in una gioia.
Caro San Giuda Taddeo invocò e chiedo umilmente il tuo aiuto. Prendi nelle tue mani questa brutta situazione e risolverla tu. Non negarmi il tuo aiuto …ne ho tanto bisogno.🙏💚🙏
Caro San Giuda Taddeo, tu sai la causa che rattrista il mio cuore portando ansia e angoscia nella mia vita. Fa che questa brutta storia fatta di bugie e menzogne finisca al più presto portando la serenità nella mia vita e nelle persone a me tanto care.💚🙏💚🙏💚🙏
Ti prego San Giuda Taddeo, tu sai cosa mi angoscia! Tu che puoi tutto…intercedi per me presso Dio, sto per crollare.